Cinquanta giorni dopo la Pasqua giunse il giorno della Pentecoste che è un’altra festa ebraica importante. Per quella ricorrenza i timorati di Dio lo ringraziano per il primo raccolto di grano e per i dieci comandamenti. Perciò molti pellegrini provenienti da varie Nazioni erano presenti a Gerusalemme. Come al solito, i discepoli e i fratelli che avevano creduto nel Signore, erano riuniti per la preghiera, quando improvvisamente si udì un rumore dal cielo, come un vento fortissimo. Allora apparvero delle lingue di fuoco, che si separarono l’una dall’altra e si posarono sopra ciascuno di loro. Tutti i presenti furono pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, così come lo Spirito Santo li guidava. Molti curiosi accorsero e ciascuno sentiva parlare i credenti nella propria lingua! Molti erano colpiti profondamente, altri, invece, tra la folla dicevano, ridendo: «Sono ubriachi, ecco che vuol dire!»
Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo. Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov’essi erano seduti.
Atti degli Apostoli 2:1-2
Allora, Pietro pieno di autorità divina, spiegò che Gesù Cristo aveva annunciato la venuta dello Spirito Santo ed essi, in quell’istante, erano testimoni oculari di questo evento! A lungo Pietro predicò Cristo, i suoi miracoli, il motivo della sua morte e della risurrezione, il ravvedimento e il perdono dei peccati: lo Spirito Santo convinse molti presenti del loro bisogno del Salvatore, si arresero a lui e furono battezzati. Quel giorno circa tremila persone furono aggiunte al gruppo dei credenti!
Molti ritengono che la chiesa primitiva sia nata proprio il giorno di Pentecoste, festa delle primizie del grano! Nel famoso capitolo sulla risurrezione, in 1 Corinzi 15, Gesù viene paragonato al chicco di grano che viene messo in terra perché produca molto frutto: egli è veramente risorto come primizia di risurrezione! E in quel giorno di Pentecoste un gran numero di persone ricevette in dono la primizia dello Spirito Santo!
Questo gruppo così multiculturale era una sfida immensa per la prima comunità. Ma Dio benedisse grandemente e aggiunse ogni giorno nuovi credenti! Dividevano tutto, non vi era un povero fra di loro. Essi seguivano assiduamente l’insegnamento degli apostoli, vivevano insieme fraternamente e prendevano parte alla Cena del Signore e alle riunioni di preghiera.
Desideravano ardentemente che il Signore Gesù tornasse presto!
Quali esperienze hai fatto con lo Spirito Santo? Se desideri saperne di più o se hai delle domande, contattaci!
Per ben quaranta giorni dopo la Pasqua, più volte, Gesù apparve agli apostoli, dando molte prove della sua risurrezione. In quelle occasioni egli parlò loro di ciò che significava effettivamente aspettare il regno di Dio. Molti speravano ancora che Gesù ristabilisse il regno visibile d’Israele. Invece Gesù con pazienza spiegava loro: «È il Padre che ha fissato il momento opportuno. Non spetta a voi saperlo. Voi aspettate a Gerusalemme finché Dio vi riempirà dallo Spirito Santo e mi sarete testimoni in Gerusalemme, in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra».
E come essi avevano gli occhi fissi al cielo, mentre egli se ne andava, due uomini in vesti bianche si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo».
Atti degli Apostoli 1:10-11
Mentre parlava, sotto gli occhi degli apostoli, Gesù cominciò a salire verso il cielo, finché non scomparve in una nuvola.
Essi, però, questa volta non furono rattristati come dopo la sua morte sulla croce, ma tornarono gioiosi a Gersusalemme perché avevano capito che dovevano aspettare la venuta dello Spirito Santo.
Da allora sono passati ormai duemila anni! – In questi giorni abbiamo riflettuto su tante profezie che si sono adempiute in una breve settimana, con la morte e la risurrezione di Gesù. Perciò, chi ha fede in lui sa che egli ritornerà come Re e come Giudice, al momento stabilito dal Padre! Gesù desidera regnare nel cuore di tutti coloro che ancora oggi lo accettano come Salvatore e credono in lui!
Dal Nuovo Testamento sappiamo che Gesù è tornato in cielo e si trova alla destra del Padre come avvocato supremo. Infatti l’apostolo Paolo lo scrive nella Lettera ai Romani. Il credente che pecca si sente colpevole e confessa i suoi errori al Signore; sa che ha Gesù come suo avvocato difensore perché ha pagato il prezzo più alto. Ora intercede e difende la nostra causa: «Chi oserà accusare quelli che Dio ha scelto, quando proprio Dio li ha perdonati e li ha resi giusti? Chi ci condannerà? Gesù Cristo è morto e molto di più, è stato risuscitato e ora si trova alla destra di Dio, a sostenere la nostra causa!» da Romani 8:33-34
Ti consiglio di leggere questi versetti stupendi che si trovano nella Lettera ai Romani al capitolo 8.
Quale serenità ti dona la certezza che niente e nessuno può separarti dall’amore di Dio?Aspetti anche tu con gioia il suo ritorno?
Quella domenica due discepoli stavano camminando da Gerusalemme verso Emmaus, quando Gesù si avvicinò a loro chiedendo perché fossero così tristi. In realtà i due discepoli non avevano riconosciuto Gesù e, anzi, si meravigliavano, che quella persona non fosse a conoscenza di tutti gli eventi sconvolgenti che erano successi negli ultimi giorni. Chiaccchierando fra di loro esprimevano un certo stupore per la notizia della tomba vuota e una profonda delusione perché non si era verificata la tanto agognata liberazione dal regime romano.
Ad un tratto Gesù li rimproverò per la loro poca fede e cominciò a spiegare che il Messia doveva soffrire per il perdono dei peccati e risorgere dai morti. Verso sera i due lo invitarono a cena e finalmente riconobbero Gesù quando egli prese il pane e lo spezzò. In quello stesso istante sparì dalla loro vista e allora tornarono a Gesusalemme per raccontare l’accaduto agli altri discepoli. Arrivati, dissero a tutti che avevano finalmente compreso perché, mentre Gesù parlava, sentissero come un fuoco ardere nei loro cuori.
«Perché avete dei dubbi? Guardate le mie mani e i miei piedi, sono proprio io! Toccatemi e rendetevi conto che non sono un fantasma! Un fantasma non ha carne ed ossa come ho io!» Detto questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Dal Vangelo di Luca 24:38-39
Gesù apparve anche agli altri discepoli che erano riuniti in una stanza dicendo: «Pace a voi!» Poi li salutò e mostrò loro i segni dei chiodi. Infine disse ai discepoli spaventati: «Perché siete turbati? E perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Non vi ricordate ciò che vi dicevo prima, quando ero ancora con voi, che tutte le cose scritte su di me da Mosè, dai profeti e nei Salmi, dovevano avverarsi?» Gesù si mise perfino a mangiare un pezzo di pesce arrostito davanti ai loro occhi, proprio perché avessero una prova tangibile che non era uno spirito, benché per entrare in quella stanza avesse superato la porta sprangata! Evidentemente il suo corpo risuscitato non era più sottoposto alle leggi della natura!
In quell’occasione Tommaso non era presente, proprio per questo qualche giorno dopo, Gesù gli diede un’opportunità particolare dicendogli: «Metti pure il dito nelle mie mani e la tua mano nel mio fianco e non essere più incredulo, ma credi!» Allora Tommaso esclamò: «Signore mio e Dio mio!» E Gesù gli rispose: «Tu credi perché mi hai visto? Beati quelli che crederanno senza aver visto!»
Oggi non possiamo vedere Gesù con i nostri occhi fisici come accadde ai discepoli, ma, credendo in lui e usando i nostri occhi spirituali possiamo conoscerlo!
Ti è mai successo che il tuo cuore bruciasse di gioia, leggendo la Parola e scoprendo dettagli nuovi su Gesù Cristo, il Figlio di Dio? Non ti succederà con un altro libro, perché solo la Bibbia è Parola di Dio!
Giuseppe di Arimatea era stato uno dei discepoli di Gesù, ma in segreto, perché temeva i Giudei. Fu lui a chiedere a Pilato il permesso di portare via il corpo di Gesù. Lo accompagnava anche Nicodemo, un uomo che era andato tempo prima a trovare Gesù di notte per capire chi fosse realmente. Questi due uomini volevano il corpo di Gesù per offrirgli una sepoltura dignitosa, ecco perché avevano portato circa trentacinque chili di unguento di mirra e di aloe. Insieme a loro c’erano alcune delle donne che avevano servito Gesù. Purtroppo era stata posta una pietra pesantissima davanti al sepolcro e alcuni soldati romani lo sorvegliavano giorno e notte, perché i capi religiosi avevano sentito dire che Gesù sarebbe risorto il terzo giorno e quindi avevano chiesto a Pilato di mettere un picchetto di guardia.
Quando le donne entrarono nel sepolcro non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre se ne stavano perplesse di questo fatto, ecco che apparvero davanti a loro due uomini in vesti risplendenti; tutte impaurite chinarono il viso a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate il vivente tra i morti? Egli non è qui, ma è risuscitato!»
Vangelo di Luca 24:4-6a
Fra i discepoli di Gesù regnava un dolore profondo, erano tutti molto delusi e sconcertati per la morte del loro Maestro. La domenica mattina di buon’ora alcune donne si avviarono al sepolcro portando dei profumi. Ma Gesù non ne aveva più bisogno!
Si erano avviate molto tristi e preoccupate mentre si chiedevano come avrebbero potuto spostare quella pietra immensa. Non sapevano che la potenza di Dio aveva fatto risorgere Gesù e quella potenza agisce ancora oggi in tutti coloro che credono in lui! Il Signore Gesù vuole rotolare da te «la pietra» del dubbio, della perplessità e della preoccupazione ricordandoti che egli vive e che ha vinto la morte!
Le donne piene di gioia furono le prime ad annunciare quella notizia stupenda ai discepoli increduli, in un tempo in cui la testimonianza delle donne non aveva nessun valore neppure nei tribunali dell’epoca, ma Pietro e Giovanni corsero subito alla tomba, non riuscivano a credere alla realtà di ciò che le donne avevano raccontato! Gesù era veramente risorto e nei quaranta giorni successivi si fece vedere ripetutamente prima dai suoi discepoli, poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte era ancora in vita quando l’apostolo Paolo scrisse questi fatti ai Corinzi: «Se la fede ci servisse soltanto per la vita terrena, noi saremmo i più miserabili di tutti gli uomini! Ma la realtà è che Cristo è davvero risuscitato dai morti ed è diventato il primo di tutti quelli che un giorno risusciteranno».
Gesù Cristo è morto e risorto anche per te, affinché, credendo in lui, tu possa ricevere il perdono e la vita eterna! Questo è il vero significato della Pasqua.
Gesù mentre era sulla croce, oltre alle sue atroci sofferenze, dovette subire le ingiurie di coloro che lo prendevano in giro dicendo: «Tu che avresti potuto distruggere il tempio e ricostruirlo in tre giorni, salva te stesso e scendi dalla croce!»
Gesù era stato crocifisso avendo due malfattori ai lati, uno a destra e uno a sinistra. Mentre uno insultava Gesù, l’altro, diceva: «Non temi Dio nemmeno mentre subisci la stessa condanna? Noi lo meritiamo, per ciò che abbiamo commesso, ma quest’uomo non ha fatto nulla di male!» Poi rivolgendosi a Gesù gli chiese di ricordarsi di lui quando sarebbe entrato nel suo regno e Gesù gli rispose: «Io ti assicuro che oggi stesso tu sarai con me in paradiso».
In quei momenti così tragici, Gesù si preoccupò di sua madre e chiese a Giovanni, uno dei discepoli, di prendersene cura. Fino all’ultimo respiro, il Figlio di Dio agì con immenso amore, offrendo perdono e preoccupandosi per il prossimo!
Gesù stava provando una sofferenza insopportabile perché portava su di sé i peccati di tutta l’umanità e visse l’abbandono del Padre. Dio tre volte santo non può avere comunione con il peccato, ecco perché Gesù pregò esattamente come il salmista: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»
Quando furono giunti al luogo detto «il Teschio», vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno». Poi divisero le sue vesti, tirandole a sorte.
Vangelo di Luca 23:33-34
Gesù sapeva di aver portato a termine l’opera per riconciliarci con Dio ed esclamò: «È compiuto!» dopodiché gridò ad alta voce: «Padre, nelle tue mani affido il mio spirito!» Detto questo, spirò. Era mezzogiorno ma le tenebre avvolsero tutto il paese fino alle tre del pomeriggio. Perfino la natura partecipò alla morte del Figlio di Dio, il sole si oscurò e in quello stesso istante il velo del tempio si squarciò in due da cima fino in fondo. Questo velo spezzato ci fa capire che la via per accedere direttamente a Dio è ripristinata: ognuno di noi è libero di andare a Dio per essere perdonato dai suoi peccati attraverso il sangue pagato alla croce da Gesù.
Anche il centurione romano, dopo aver visto ciò che era accaduto, diede gloria a Dio, dicendo: «Quest’uomo era davvero il Figlio di Dio!» A questo punto i soldati si accertarono che Gesù fosse veramente morto, ma non gli spezzarono le gambe, gli forarono il costato con una lancia e subito ne uscì sangue e acqua.
Noi tutti sappiamo quanto siano significative le ultime parole che ci vengono dette da una persona cara prima di morire. Vale la pena riflettere sulle sette frasi pronunciate da Gesù sulla croce!
Giuda Iscariota si presentò in quel giardino seguito da alcuni uomini armati e Gesù gli chiese: «Amico, che cosa sei venuto a fare?»
Gesù fu arrestato, legato e trascinato davanti a tre tribunali ebraici dove venne interrogato. Vedendo quello che stava succedendo tutti i discepoli si spaventarono e fuggirono. Solo Pietro continuò a seguire tutti gli eventi, ma da lontano, nel cortile del Sommo Sacerdote. Fu proprio lì che negò, per ben tre volte, di aver conosciuto il suo Maestro. In realtà Gesù aveva già predetto a Pietro questo rinnegamento, infatti, al canto del gallo Pietro si ricordò, si pentì e pianse amaramente.
Giuda Iscariota, dal canto suo, quando vide che avevano condannato Gesù, non volle più tenere per sé i soldi del tradimento, li buttò a terra e poi si suicidò.
Il governatore romano Pilato si accorse presto che Gesù gli era stato consegnato solo per invidia. Egli si chiedeva come fosse possibile che coloro che soltanto pochi giorni prima avevano osannato Gesù ora urlassero inferociti di crocifiggerlo. Pilato, vedendo che non riusciva a calmare la folla, ma che, anzi, si stava sollevando un vero e proprio tumulto, prese dell’acqua, si lavò le mani in presenza della folla dicendo: «Io sono innocente di questo sangue; pensateci voi!» E acconsentì che Gesù fosse condannato a morte.
Pilato era rimasto molto impressionato dalle parole di Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se non ti fosse stato dato da Dio. Percio chi mi ha dato nelle tue mani ha commesso un peccato ancora più grande».
Per la terza volta Pilato disse loro: «Ma che male ha fatto? Io non ho trovato nulla in lui, che meriti la morte. Perciò, dopo averlo castigato, lo libererò». Ma essi insistevano a gran voce, chiedendo che fosse crocifisso; e le loro grida finirono per avere il sopravvento.
Vangelo di Luca 23:22-23
In effetti il governatore romano aveva ceduto alla pressione del popolo, ma, nello stesso tempo, aveva anche comandato che sopra la croce di Gesù fosse scritta in tre lingue la ragione della sua condanna: Gesù, il re dei Giudei!
Gli fu messa una corona di spine sul capo, gli sputarono in faccia e lo flagellarono. Infine dopo aver costretto un africano a portare la sua croce, sulla collina del Golgota, crocifissero Gesù.
I responsabili del popolo ebreo erano convinti di aver agito secondo la legge eliminandolo! Ritenevano di non aver commesso nessun reato nell’aver chiesto che fosse liberato un assassino e crocifisso Gesù.
Ma Dio liberò suo Figlio dall’angoscia della morte facendolo risuscitare. Infatti non era possibile che la morte potesse trionfare su di lui, il Santo e il Giusto.
Hai mai riflettuto su quanto Gesù abbia sofferto al tuo posto pur di salvarti e donarti la vita eterna?
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